ENIGMATICHE CATARSI.
I RACCONTI INTIMI DI ALESSANDRA FERRARA
Alessandra Ferrara, abile disegnatrice, è interprete di un linguaggio
figurativo improntato su criteri estremamente attuali, nonché realizzato
attraverso strumenti odierni, come il mouse e il computer, traducendo nelle
immagini un ricco mondo interiore fatto di sensazioni, di idee, di sogni, di
ansie, di desideri, di paure e di tensioni, proprie dei nostri tempi.
In modo spontaneo Alessandra Ferrara racconta se stessa riuscendo a trasformare una capillare indagine introspettiva in una sequenza di “episodi biografici”, tali da essere giudicati brani di un’interiorità rivisitata senza falsi pudori o timide esitazioni, ma narrata invece a tutto tondo, soffermandosi con delicatezza e poesia in ogni attimo di intenso vissuto, di intimo sentito e di “ambiguo intravisto”.
L’attualità dell’arte di Alessandra Ferrara, emblematica del contemporaneo sviluppo elettronico, è espressa quindi nel contenuto e nell’utilizzo del mouse, strumento con il quale abilmente disegna in assoluta libertà e immediatezza, creando fantasiose e surreali combinazioni di segni, di colori e di “ritagli” di immagini, trasformate in simboli di ricordi ritrovati e capaci in ogni caso di comunicare profonde suggestioni emotive.
Ritornano figure tratte dal mondo dell’infanzia, spaccato evidentemente di ricordi felici, animali feroci che particolarmente adottati in passato , hanno documentato per primi la paura o la rabbia o i tormenti oggi “narrati” in circuiti grafici con vortici di colore e con spirali stigmatizzate, espressione immediata e inequivocabile di pensieri reconditi e tenuti nascosti.
Temi essenziali, ma trattati ai limiti della concettualità e della materializzazione visiva, sono il filo conduttore di un percorso artistico ormai ricco di tappe importanti.
Queste vengono scandite da raccolte di opere suddivise tematicamente, a partire da “Grafica Follia” per arrivare a quella intitolata “Nei sogni e nei pensieri di Jonathan - Emozioni di un saltimbanco solitario”, senza escludere “Macondo” o “Le metamorfosi della Matemagica”; il tutto raccolto in un prezioso scrigno nominato ” Il viaggiatore delle dune e il mangiatore di carta”.
In modo spontaneo Alessandra Ferrara racconta se stessa riuscendo a trasformare una capillare indagine introspettiva in una sequenza di “episodi biografici”, tali da essere giudicati brani di un’interiorità rivisitata senza falsi pudori o timide esitazioni, ma narrata invece a tutto tondo, soffermandosi con delicatezza e poesia in ogni attimo di intenso vissuto, di intimo sentito e di “ambiguo intravisto”.
L’attualità dell’arte di Alessandra Ferrara, emblematica del contemporaneo sviluppo elettronico, è espressa quindi nel contenuto e nell’utilizzo del mouse, strumento con il quale abilmente disegna in assoluta libertà e immediatezza, creando fantasiose e surreali combinazioni di segni, di colori e di “ritagli” di immagini, trasformate in simboli di ricordi ritrovati e capaci in ogni caso di comunicare profonde suggestioni emotive.
Ritornano figure tratte dal mondo dell’infanzia, spaccato evidentemente di ricordi felici, animali feroci che particolarmente adottati in passato , hanno documentato per primi la paura o la rabbia o i tormenti oggi “narrati” in circuiti grafici con vortici di colore e con spirali stigmatizzate, espressione immediata e inequivocabile di pensieri reconditi e tenuti nascosti.
Temi essenziali, ma trattati ai limiti della concettualità e della materializzazione visiva, sono il filo conduttore di un percorso artistico ormai ricco di tappe importanti.
Queste vengono scandite da raccolte di opere suddivise tematicamente, a partire da “Grafica Follia” per arrivare a quella intitolata “Nei sogni e nei pensieri di Jonathan - Emozioni di un saltimbanco solitario”, senza escludere “Macondo” o “Le metamorfosi della Matemagica”; il tutto raccolto in un prezioso scrigno nominato ” Il viaggiatore delle dune e il mangiatore di carta”.
Le mostre vogliono presentare attraverso una studiata selezione il
cammino compiuto fino ad oggi dall’artista, già apprezzata ceramista e ora
capace di tradurre anche su tela enigmatiche forme di purificazione interiore
espresse, come detto, con assoluta libertà e con forza travolgente.
Per quanto concerne le opere di grafica al computer, utilizzare il mouse, e non lo scanner o la penna elettronica, è uno dei punti fermi del linguaggio
Per quanto concerne le opere di grafica al computer, utilizzare il mouse, e non lo scanner o la penna elettronica, è uno dei punti fermi del linguaggio
dell’ artista, da sempre appassionata di ogni forma grafica e tale anche
nella realizzazione al computer di segni, di forme geometriche, agli esordi
dominanti e ora prive invece di proporzioni dimensionali, nonché affiancate e
caratterizzate da dirompenti scelte cromatiche.
Le immagini sono quindi create dalla grande abilità della pittrice e non elaborate con lo scanner sulla base di un utilizzo di immagini già esistenti.
Il mouse è inteso come equivalente dell’antica matita di grafite, che con tratti rapidi riesce a “creare” scavando nell’interiorità più intima dell’animo umano, raggiungendo esiti drammatici, a volte esorcizzati da improvvisi e inaspettati
spiragli di immaginifica serenità.
Le immagini sono quindi create dalla grande abilità della pittrice e non elaborate con lo scanner sulla base di un utilizzo di immagini già esistenti.
Il mouse è inteso come equivalente dell’antica matita di grafite, che con tratti rapidi riesce a “creare” scavando nell’interiorità più intima dell’animo umano, raggiungendo esiti drammatici, a volte esorcizzati da improvvisi e inaspettati
spiragli di immaginifica serenità.
Bagliori di luce, squarci di cielo, onirici orizzonti e volti o fiori dal magnifico e surreale aspetto emergono dal
movimento dinamico di forze incontrollate che si “scatenano” in un’
amalgama di energie colorate.
Veloce e rapida è quindi l’esecuzione del segno-colore che seguendo un impulso creativo inconsapevole, ma immediato, si stende sulle tele, adottate semplicemente come supporto materico, ovviamente indispensabile a tradurre concretamente la dimensione virtuale del pensiero, infinito, senza forme e raccontato nella sua profondità.
Arte come specchio dell’anima è la definizione che non a caso è stata già data alla produzione figurativa di Alessandra Ferrara, assai spesso messa a confronto, in particolare per la ceramica, con certe forme di decorativismo indiano o giudicata nell’uso del segno la Klimt del Duemila.
Veloce e rapida è quindi l’esecuzione del segno-colore che seguendo un impulso creativo inconsapevole, ma immediato, si stende sulle tele, adottate semplicemente come supporto materico, ovviamente indispensabile a tradurre concretamente la dimensione virtuale del pensiero, infinito, senza forme e raccontato nella sua profondità.
Arte come specchio dell’anima è la definizione che non a caso è stata già data alla produzione figurativa di Alessandra Ferrara, assai spesso messa a confronto, in particolare per la ceramica, con certe forme di decorativismo indiano o giudicata nell’uso del segno la Klimt del Duemila.
Il linguaggio della Ferrara estremamente individuale e connesso
anche al potenziale di cui dispone la
tecnologia odierna, apre verso future soluzioni figurative ipertecnologiche
senza rinunciare, da un lato, al valore intellettuale dell’immagine e,
dall’altro, a quello manuale dell’opera d’arte.
Liletta
Fornasari